Comune di Scisciano

 

Storia

Scisciano è situato alle falde del Monte Somma, a nord-est di Napoli. Il toponimo sembra derivare da un certo Sittius, probabile proprietario di queste terre. Sulle origini del paese non esistono documentazioni certe. Il territorio fu abitato dagli Osci, dai Sanniti e quindi dai Romani: la località faceva parte di un vasto comprensorio denominato “Campus romanus”, attraversato dalla via Adrianea, dalla via Popilia e da un acquedotto. La prima documentazione sicura risale al 986, mentre nel secolo successivo sono nominati diversi casali sparsi sul territorio di Scisciano: San Martino, la Corte dei Sancti, Manganelli, Contrada al Palazzo.

Nel 1294 Scisciano era noto come feudo di Marigliano e passò con questo in possesso di Filippo d’Angiò, figlio di Carlo II. Nel 1392 il feudo fu acquistato da Raimondello Orsino insieme a Brusciano e a San Vitaliano. In seguito i casali di Brusciano, Scisciano e San Vitaliano si staccarono da Marigliano, allora contea, e nel 1542 vennero venduti a Battista Carafa. Nel 1578, tuttavia, per volontà del papa Gregorio XIII, tutto il territorio ritornò a far parte del Marchesato di Marigliano. Nel 1738 fu fondata la Confraternita di San Giovanni Battista per l’assistenza ai bisognosi, riconosciuta giuridicamente nel 1798 con un Regio Decreto. Nel 1816 Scisciano diventò comune autonomo sotto la giurisdizione di Caserta e nel 1927 entrò a far parte della provincia di Napoli.

 

Luoghi di interesse

Parrocchiale di San Giovanni Battista

Nella centrale piazza di Scisciano, di fronte al palazzo del Comune, si erge la Chiesa San Giovanni Battista. Detta chiesa, già di proprietà dell’E.C.A. (Ente Comunale Assistenza), è tutt’oggi proprietà del comune. In essa fu fondata, verso il 1753, una confraternita sotto il titolo di San Giovanni Battista, legalmente riconosciuta nel 1798.

La chiesa a navata unica è caratterizzata da un transetto che si stacca dalla navata tramite un semplice gradino balaustrato. Sui lati del transetto sono presenti due cappelle, una per lato, originariamente dedicate a San Michele, quella di sinistra, e a San Biagio, quella di destra. Sulla parete frontale, invece, al di sopra dell’altare maggiore, inquadrate da discreti stucchi settecenteschi, troviamo tre nicchie che un tempo contenevano la statua di San Mauro, San Giovanni Battista e San Rocco. Le pareti dell’intera struttura sono ancora decorate con stucchi e cornici settecenteschi. Di particolare interesse sono il pulpito di legno, l’acquasantiera posta a destra dell’entrata sulla quale è scolpito il nome dell’autore Mastro Antonio Franzese e l’artistica fontana in marmo posizionata sulla parete di sinistra anch’essa risalente al XVIII sec.. Il soffitto, recentemente ricostruito, presenta all’interno la semplice struttura lignea delle capriate rimaste a vista, una volta celate da una controsoffittatura lignea decorata, al centro della quale vi era una discreta tela, riconducibile all’ultimo periodo del 1700, raffigurante San Giovanni Battista, andata completamente distrutta già prima del terremoto del 1980.

Degna di nota è anche la sottostante struttura della cripta con le sue volte, le modeste tracce di affreschi ed il suo carattere prettamente cimiteriale che ci rimanda alla sua unica funzione che era quella di ospitare le salme dei confratelli defunti, fino all’editto di Napoleone del 1806. La facciata, dalle semplici forme a “capanna”, è messa in risalto dal timpano formato con cornici mistilinee e sormontato da un’artistica croce in ferro battuto. La torre campanaria, ubicata a sinistra della facciata, che dal 1895 assolve anche la funzione di “torre civica”, è un’aggraziata costruzione divisa orizzontalmente in tre livelli, nel primo dei quali troviamo un piccolo vano di accesso ai locali dell’antica sacrestia mentre sopra di esso vi è una lapide che riporta i nominativi dei sciscianesi morti durante le ultime guerre. Il secondo livello è messo in risalto dal quadrante in marmo dell’orologio posto nel 1873, in seguito all’abbattimento della torre civica; l’ultimo, invece, aperto sui quattro lati con dei vani ad arco, ospita la cella delle campane. La torre è coronata da una deliziosa balaustra ottocentesca in ghisa, sulla quale sono alloggiate le due campane dell’orologio sormontate da una caratteristica banderuola in ferro.

 

Chiesa di San Martino

La Chiesa di San Martino risale alla fine del XIV secolo o agli inizi del XV secolo, ma venne ampliata nei primi anni del XVIII secolo. Internamente, sull’altare maggiore in marmi policromi, è collocata una tela settecentesca raffigurante il Cristo. Preziose sono due statue lignee del XVII secolo rappresentanti San Martino e la Vergine Assunta.

 

Parrocchiale di San Germano

Sulle origini della Parrocchiale di San Germano non vi sono notizie certe. Il corpo di fabbrica era più basso e stretto dell’attuale, ma venne ampliato dopo il secondo conflitto mondiale. Il campanile risale anch’esso al periodo della ricostruzione.

 

Masserie

Interessanti sono anche le masserie della zona, tra cui la Masseria Camaldoli, costruita nel 1577 dai Camaldolesi, e la Masseria Montanaro, risalente al XVIII secolo, situata all’inizio del paese, che appartenne all’Eremo di Nola e successivamente all’Eremo Reale. L’edificio si struttura su tre livelli suddivisi nella facciata da una sequenza di archi. Nell’annessa Cappella privata sono custoditi una statua della Vergine e un dipinto raffigurante la Madonna delle Grazie.